Scienza e Tecnologia
Univ. di Pisa - Individuate nuove molecole capaci di ridurre le complicanze infiammatorie del diabete
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha individuato una nuova strategia per l’individuazione di molecole utili a prevenire le complicanze del diabete e controllare i relativi processi infiammatori. Lo studio intitolato "A new approach to control the enigmatic activity of aldose reductase" è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale PlosOne (LINK). Al centro della ricerca pisana c’è un enzima, l’aldoso reduttasi, che per oltre quaranta anni è stato oggetto di attenzione da parte dei ricercatori di tutto il mondo.
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Miglioramento dei supercomputer grazie agli studi di un giovane ricercatore dell'ateneo di Udine
Dalla ricerca di un giovane studioso dell’università di Udine arriva un importante contributo alla soluzione di uno dei primari problemi che attualmente riguardano il settore dei supercomputer, ovvero la dissipazione dell’eccessivo calore prodotto da queste macchine utilizzate nel settore del calcolo ad alte prestazioni, che rappresenta anche uno dei maggiori costi sostenuti dagli enti che utilizzano tali strumenti.
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Fotosintesi Naturale e Foglie Artificiali

Uno studio globale rivela nuove "culle" di biodiversità marina

Tumore alle vie biliari, scoperto il meccanismo che ne alimenta la progressione
Il suo nome è Platelet-Derived Growth Factor-D ed è il responsabile della formazione del tessuto fibroso che facilita la crescita e la metastasi del tumore alle vie biliari. I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e di Padova ne hanno scoperto il ruolo e hanno capito come inibirne l’azione. Lo studio, pubblicato sul numero di settembre della rivista Hepatology (http://dx.doi.org/10.1002/hep.26384), dimostra che le cellule tumorali producono un fattore di crescita, chiamato appunto PDGF-D, che stimola il richiamo attorno alle masse neoplastiche di fibrolasti – responsabili della fibrosi tumorale – e di altre cellule mesenchimali, che sono in grado di favorire la crescita e la capacità invasiva delle cellule tumorali.
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DORì, il nuovo kiwi a polpa gialla dell'Alma Mater

Il pomodoro nero apre la strada per nuove varietà (di pomodoro) naturalmente immuni ad alcune malattie
Arrivano nuovi risultati scientifici sul “pomodoro nero” studiato dal PlantLab dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il frutto di questo pomodoro (che deve la sua colorazione viola/ nera nella parte esposta alla luce del sole agli antociani presenti nella buccia, dalle note proprietà antiossidanti e in grado di apportare numerosi benefici all’uomo) si è dimostrato immune ad alcune malattie fungine, come dimostra lo studio pubblicato sulla rivista “New Phytologist” (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/nph.12524/abstract).
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Tumori tiroidei - Ricerca internazionale con topi geneticamente modificati
Identificare i geni coinvolti nella progressione da benigno a maligno dei tumori della tiroide studiando topi geneticamente modificati. È l’obiettivo di uno studio internazionale coordinato da un gruppo di ricerca del Dipartimento di scienze mediche e biologiche dell’Università di Udine, finanziato con 180 mila euro dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). La ricerca è svolta in collaborazione con l’‘Albert Einstein’ College of Medicine di New York e l’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
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Progetto Fenice: i polimeri in sostituzione del cemento
Nei giorni scorsi il professor Alberto Mariani, docente di Chimica Industriale e dei Polimeri al Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Sassari e Direttore del Master Internazionale di II livello “CHIMICA VERDE: produzioni chimiche e nuovi materiali da fonti rinnovabili”, ha presentato all’Assessore Regionale all’Industria Antonello Liori il “Progetto Fenice”, destinato ad avere importanti ripercussioni nel campo della sostenibilità ambientale.
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Arriva la prima mappa tridimensionale della torre di Pisa

La migrazione dell’Homo Sapiens in Sicilia resa possibile dall’abbassamento del livello del mare e dall’emersione di un ponte continentale
Con l’emersione di un ponte continentale tra l’Europa e la Sicilia, in un periodo compreso tra 27.000 e 17.000 anni fa, si può ora spiegare come mai la migrazione sulle coste siciliane dell’Homo Sapiens e di alcuni grandi mammiferi a ridotta capacità natatoria sia avvenuta con ritardo rispetto all’Europa. Si tratta di un’emersione della Sella sommersa dello Stretto di Messina (un ponte roccioso) verificatasi nel corso dell’ultima glaciazione.
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